USB: ferma condanna del brutale intervento della polizia nell'Ateneo di Bologna
È davvero una violenza assurda quella che ieri sera si è scatenata sugli studenti universitari di Bologna quando, durante la riapertura della biblioteca di Via Zamboni 36, la polizia in assetto antisommossa è penetrata nell’Ateneo effettuando già all’interno delle cariche per sgomberare la biblioteca.
L’Unione Sindacale di Base esprime la massima solidarietà agli studenti in lotta contro un dispositivo di controllo sociale come tornelli e badge che il Rettore voleva imporre agitando la solita propaganda del terrorismo e della presunta insicurezza sociale del luogo.
La strumentalizzazione di un episodio di violenza avrebbe dovuto avallare una politica di finanziamento dei privati (telecamere, vigilantes, tornelli e badge) con soldi pubblici e tasse universitarie versate dagli stessi studenti. Gli studenti in protesta nei giorni scorsi hanno pacificamente studiato nella biblioteca di discipline umanistiche.
Tale dissenso esercitato democraticamente si è oggi trasformato in abuso di potere da parte di un Rettore che non ha esitato a interrompere l’erogazione di un pubblico servizio per imporre la propria politica di regime.
La sottrazione di spazi sociali si configura come un attacco alla partecipazione dei giovani al dibattito collettivo, ma si tratta anche della trasformazione violenta dell’uso di questi spazi e della percezione dei futuri utenti: da luoghi aperti e liberi a tutti coloro che hanno bisogno e fame di cultura a edifici confinati, osservati e controllati.
Che i cittadini sappiano che a Bologna sulle biblioteche universitarie e su quelle comunali in via di privatizzazione si sta giocando una partita importante: l’erosione sempre più indiscriminata di diritti e welfare.
USB BOLOGNA