Verità e giustizia per le vittime del Covid-19 nelle CRA/RSA emiliano-romagnole. Nasce la rete regionale, con le denunce delle famiglie e degli operatori sanitari
Si è tenuta questa mattina la conferenza stampa in diretta Facebook per presentare la rete regionale “Verità e giustizia per gli operatori e i pazienti deceduti nelle CRA e RSA per Covid-19”. Sono intervenuti i delegati USB delle CRA di Bologna e Parma e i referenti dei familiari dei pazienti deceduti nelle province di Bologna e Modena. La rete nasce per rompere il silenzio intorno alla strage avvenuta nelle strutture della regione, per chiedere che venga fatta chiarezza su quanto è avvenuto e sulle procedure adottate e per denunciare un modello socio sanitario regionale che si è dimostrato fallimentare nel tutelare la salute dei pazienti e dei lavoratori.
I familiari delle vittime hanno messo in luce e denunciato pubblicamente quanto è accaduto all'interno delle strutture, la scarsa trasparenza sulle informazioni date ai parenti sullo stato di salute dei congiunti e un atteggiamento minimizzante da parte della dirigenza rispetto alla strage che si stava consumando nelle RSA/CRA. Sono state riportate le problematiche preesistenti all'interno delle strutture come la scarsa igiene, la bassa qualità del cibo e la carenza di personale medico e socio-sanitario per garantire un'assistenza adeguata. Cause che hanno portato poi ad una gestione approssimativa e fallimentare dell'emergenza sanitaria provocando la diffusione del contagio e numerosi decessi.
Gli operatori hanno spiegato le difficoltà durante l'emergenza sanitaria in particolare, e anche in precedenza, nel far fronte alle reali esigenze socio-sanitarie e assistenziali a causa della carenza del personale e del mancato stanziamento di risorse per un piano di assunzioni adeguato. Hanno messo in luce come l'organizzazione dei reparti e le ridotte dimensioni delle stanze non sempre conformi ai criteri di accreditamento, hanno contribuito alla diffusione del contagio. L'emergenza Covid-19 ha mostrato tutte le sue lacune visto l'aumento dei carichi di lavoro con una media di rapporto operatori pazienti di 2 OSS per 20 anziani. A ciò si aggiunge la carenza di DPI, in particolare delle mascherine, utilizzate per più turni e che, all'inizio dell'emergenza, come confermato anche dai familiari dei pazienti, non venivano utilizzate su indicazione delle strutture stesse per non spaventare gli ospiti.
L'intervento dell'avvocato Casale di Modena ha chiarito quali sono le iniziative legali da intraprendere e ha ribadito l'importanza anche dal punto di vista giudiziario dell'unità tra operatori e familiari dei pazienti. Inoltre, è intervenuto in merito allo “scudo penale” proposto sia dalla maggioranza che dall'opposizione del Parlamento ribadendo la gravità di questo strumento che esimerebbe dalla responsabilità penale sia gli amministratori sia le istituzioni politiche sulle inadempienze nella gestione dell'emergenza sanitaria.
Infine, la rete regionale ha anticipato la costruzione di un'assemblea pubblica per chiedere chiarezza su quanto è accaduto in questi mesi, ma anche per mantenere alta l'attenzione su questa tragedia affinché non si ripeta. Per questo diventa necessario ed urgente ragionare su un modello sanitario e socio-sanitario che non sia fondato sulla gestione privata e sul taglio dei costi, ma che rimetta al centro l'intervento pubblico per un'assistenza sanitaria adeguata e per una reale tutela del diritto alla salute. Per fare ciò, è necessario che la Regione Emilia Romagna, la quale in questi giorni ha parlato di intensificare l'aspetto sanitario nelle strutture, si confronti con i familiari e tutte le parti sociali coinvolte.
USB Emilia Romagna
Comitato familiari delle vittime nelle CRA/RSA di Modena e Provincia Familiari dei pazienti di ASP Città di Bologna
Di seguito, il link della diretta della Conferenza Stampa: