Vigili del Fuoco e colonne mobili, i nodi arrivano al pettine
INCONTRO SULLE COLONNE MOBILI: il libro dei sogni
Alcuni giorni fa si è svolto l’incontro tra il Direttore regionale e le OO.SS., all’ordine del giorno l’applicazione della nuova circolare sulle colonne mobili. La USB a livello nazionale ha promosso uno stato di agitazione proprio su questo argomento, contestando in più punti l’impianto della circolare, ora si realizzano i nostri timori, i nodi arrivano al pettine, ora tocca ai dirigenti regionali e provinciali darne applicazione.
Riteniamo che l’ingegnerizzazione del soccorso sia un pericolo, soprattutto quando la stessa non tiene conto delle reali situazioni del dispositivo, sembra che a livello centrale si viva nell’iperuranio. Sono ben 51 i moduli di risposta previsti a seconda del tipo di emergenza, l’Emilia Romagna dovrebbe garantirne 40. Per ogni modulo si prevedono precise figure professionali e attrezzature e mezzi dedicati.
Inutile ribadire che per molti di questi moduli mancano i mezzi, attrezzature e uomini in misura necessaria, lo stesso Direttore ha da subito detto che il lavoro sarà lungo, da vedere in prospettiva, che al momento non si garantiranno tutti i moduli, che la Direzione sta provvedendo ad una lista dei mezzi e delle attrezzature necessarie da inviare a Roma per una futura assegnazione. La speranza è l’ultima a morire e chissà se vedremo poi i mezzi, intanto ci accontentiamo della lista, consapevoli che nei comandi abbiamo ancora i “sopravvissuti” polilogistici anni ’80 vintage, ci mancano le autoscale e con le ABP e APS, tralasciamo sullo stato delle sedi di servizio, siamo proprio curiosi da dove salteranno fuori tante risorse per acquistare i mezzi necessari, quando mancano anche per l’ordinario.
L’altro grande enigma è la formazione delle specialità necessarie, tralasciamo per un attimo sui numeri necessari a garantire 40 moduli, tralasciamo anche che molti lavoratori sono come delle idre dai tanti acronimi, TAS, NBCR, SAF, SA, USAR tutto in uno, far quadrare i servizi sarà impresa ardua, garantire la presenza continua di certe figure nei comandi implicherà non pochi problemi, anche ai lavoratori che si vedranno negare le ferie o spostare di turno o chissà, magari anche di sede.
Questo il pericolo secondo noi della USB, non solo che il progetto è avulso della realtà, ma che rischia di veder penalizzare chi in questi anni ha creduto alla formazione e si è reso disponibile a fare corsi. Come USB abbiamo sempre creduto al valore della formazione, ma abbiamo anche denunciato a più livelli, che non vi era un progetto coerente, che si era messo in moto un mercimonio legato ai punti e non alla professionalità, che l’emergenza a livello centrale ha fatto progetti senza un dialogo con la formazione e oggi si vedono i risultati.
La DCF ha bloccato i corsi per nuovi istruttori su vari settori strategici e a caduta si è bloccata o limitata la formazione a livello locale, la riscrittura di circolari di settore hanno portato via un tempo assurdo, alcuni settori sono ancora nel limbo dei futuri tavoli tecnici.
Precisiamo che la USB non si oppone ad una evoluzione naturale dei modelli del soccorso, ma rifiuta logiche che non tengono conto delle osservazioni portate negli anni da chi il soccorso lo ha vissuto con le mani tra le macerie, con le gambe nel fango, con l’acqua fino alla vita. Le difficoltà vissute da chi le ha provate nella propria pelle dovrebbero avere maggiore peso, invece l’arrogante punto di vista di chi da una scrivania pontifica sul soccorso ha spesso avuto la meglio.
Lo abbiamo visto quando si è riscritta la circolare 28 del 91. Giusto avere una visione del futuro ma con i piedi per terra, ci aspettiamo dal Direttore l’impegno di sviluppare il progetto con i giusti tempi, dando la possibilità al sistema, dunque ai comandi di assestarsi con le varie figure necessarie, anche grazie alle nuove assegnazioni, senza forzare la mano per garantire la risposta dove i numeri di fatto non ci sono. Nulla poi si continua a fare sulle micro emergenze e sulla logistica campale immediata. Apprezziamo però la visione aperta del Direttore sull’integrazione con la Protezione Civile, la logistica integrata è per USB un obiettivo fattibile e strategico.
USB VVF Regionale